Ecco i rimedi di emergenza adottati dalle Regioni del Centro Sud per fronteggiare il problema dei servizi domiciliari per i disabili.
Difronte ad aspetti di criticità dei servizi per i disabili e per le persone anziane non autosufficienti, le Regioni del Centro Sud con l’obbiettivo di arginare tale fenomeno, rispondono in questa maniera:
a. con ricoveri ospedalieri delle persone disabili e anziane non autosufficienti inadeguati;
b. gravando sulla famiglia (perfino sorretti da un più benefico conferimento degli assegni di accompagnamento), ricorrendo al consueto ausilio di badanti e colf ;
e. con i servizi forniti dalle AsI ed Enti comunali che vengono tuttavia al secondo e terzo posto.
Nel nostro Paese, le Regioni in cui esiste la più grande presenza di servizi per i disabili e persone anziane non autosufficienti, ossia quelle del Nord, si rileva la più bassa percentuale delle così dette pensioni di accompagnamento, diversamente dove i servizi per gli invalidi sono maggiormente carenti la pressione per conseguire lo status di invalidità e indennità di accompagnamento sono maggiori, circostanza in assoluto non giustificata da particolari situazioni di tipo epidemiologico.
lunedì 28 novembre 2011
martedì 22 novembre 2011
Servizi domiciliari per disabili dal Nord al Sud
Facciamo ora il punto sul divario che corre tra i servizi domiciliari per i disabili offerti nelle Regioni del Nord e quelli offerti nelle Regioni del Sud
La situazione dei servizi domiciliari guardando da Nord a Sud risulta allo stato la seguente :
• nella Regioni Lombardia,nella Regione Veneto, nella Regione Emilia Romagna, nella Regione Friuli Venezia Giulia che si sono sempre caratterizzate per un prolungato coso di riorganizzazione ospedaliera e di perentoria riduzione di offerta di posti letto per persone gravi, sono aumentati in concomitanza i servizi di assistenza territoriale a beneficio degli anziani non autosufficienti e dei disabili;
• nelle Regioni Calabria, nella Regione Campania, nella Regione Puglia, nella Regione Sicilia, nella Regione Lazio, ove si registra una sovra offerta di distretti ospedalieri e posti letto per persone gravi (con perdite economiche gravose) i servizi territoriali, prima di tutti i servizi per gli anziani, sono rimasti paralizzati e inoltre con livello dal punto di vista qualitativo basso.
La situazione dei servizi domiciliari guardando da Nord a Sud risulta allo stato la seguente :
• nella Regioni Lombardia,nella Regione Veneto, nella Regione Emilia Romagna, nella Regione Friuli Venezia Giulia che si sono sempre caratterizzate per un prolungato coso di riorganizzazione ospedaliera e di perentoria riduzione di offerta di posti letto per persone gravi, sono aumentati in concomitanza i servizi di assistenza territoriale a beneficio degli anziani non autosufficienti e dei disabili;
• nelle Regioni Calabria, nella Regione Campania, nella Regione Puglia, nella Regione Sicilia, nella Regione Lazio, ove si registra una sovra offerta di distretti ospedalieri e posti letto per persone gravi (con perdite economiche gravose) i servizi territoriali, prima di tutti i servizi per gli anziani, sono rimasti paralizzati e inoltre con livello dal punto di vista qualitativo basso.
sabato 12 novembre 2011
Meno servizi domiciliari per i disabili italiani
Vediamo qual è il quadro che riguarda i servizi domiciliari per i disabili nel nostro Paese rispetto al resto dell’Europa.
Diversamente ai Paesi europei del Nord, il nostro Paese dispone di una più bassa diffusione dei servizi domiciliari e dei servizi residenziali.
Difatti il dato medio dell’Italia è pari al 4,9% rispetto al 13% dell'Europa del Nord per l'assistenza domiciliare e sul 3% nel settore residenziale in confronto ai valori espressi dagli altri Paesi europei che vanno dal 6 all’8%.
Sono evidenti , in Italia, l’insufficienza di offerta dei servizi residenziali (anche se l’offerta dei servizi residenziali presenti nell’Italia settentrionale si equivale a quella dei Paesi più sviluppati), la vasta capacità di crescita dell'assistenza domiciliare in termini di quantità e qualità e l’argomento aperto delle risorse destinate ai servizi di assistenza al di sopra della media degli altri Paesi europei.
Anche per le aree di appartenenza delle Regioni il divario dei servizi domiciliari per i disabili presenta caratteristiche e dati discordanti che mettono in luce forti discrepanze fra i servizi di assistenza domiciliare offerti nelle regioni del Nord e quelle offerti al Sud e Isole comprese.
Diversamente ai Paesi europei del Nord, il nostro Paese dispone di una più bassa diffusione dei servizi domiciliari e dei servizi residenziali.
Difatti il dato medio dell’Italia è pari al 4,9% rispetto al 13% dell'Europa del Nord per l'assistenza domiciliare e sul 3% nel settore residenziale in confronto ai valori espressi dagli altri Paesi europei che vanno dal 6 all’8%.
Sono evidenti , in Italia, l’insufficienza di offerta dei servizi residenziali (anche se l’offerta dei servizi residenziali presenti nell’Italia settentrionale si equivale a quella dei Paesi più sviluppati), la vasta capacità di crescita dell'assistenza domiciliare in termini di quantità e qualità e l’argomento aperto delle risorse destinate ai servizi di assistenza al di sopra della media degli altri Paesi europei.
Anche per le aree di appartenenza delle Regioni il divario dei servizi domiciliari per i disabili presenta caratteristiche e dati discordanti che mettono in luce forti discrepanze fra i servizi di assistenza domiciliare offerti nelle regioni del Nord e quelle offerti al Sud e Isole comprese.
sabato 5 novembre 2011
Spesa pubblica disabili e anziani
Ripartizione della spesa pubblica per l’assistenza ai disabili e agli anziani
Qual è la ripartizione della spesa pubblica per l’assistenza ai disabili e agli anziani in ambito regionale ?
Da uno studio condotto in merito dal Ministero sono emerse le seguenti evidenze che raffigurano un quadro alquanto stravolgente :
a) la discrepanza della spesa pubblica per i disabili e gli anziani tra Nord e Sud si registra in tutto il suo vigore con Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lombardia che sopportano a vario titolo (in rapporto alla cittadinanza) il triplo delle persone anziane non autosufficienti e dei disabili delle Regioni di: Campania, Puglia, Calabria. Il medesimo parametro tocca il valore di quattro-cinque volte se si tiene conto della percentuale di anziani fruitori di strutture;
b) l'esame dei dati che riguardano l’assistenza residenziale e quella domiciliare mette in risalto una posizione di equilibrio nazionale vicino al 3% degli anziani che usufruiscono dei servizi residenziali e di poco sotto il 5% per gli anziani che usufruiscono dei servizi domiciliari.
La situazione in ambito regionale è in ogni caso multiforme, così come di seguito si riporta in sintesi:
un numero di Regioni manifesta buone prestazioni sia nel campo dell'assistenza domiciliare, sia in quella residenziale: sono Regioni del Nord come il Veneto, l’Emilia Romagna, la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia;
Le ultime posizioni sono occupate per ambedue i servizi dalle Regioni del Sud come la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia), con sterili livelli di assistenza in particolar modo per quanto concerne i servizi residenziali per gli anziani non autosufficienti e disabili.
Un gruppo di Regioni come la Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta e Trentino è discretamente articolato nell’ambito dei servizi residenziali ma deve maggiormente investire nei servizi domiciliari.
Qual è la ripartizione della spesa pubblica per l’assistenza ai disabili e agli anziani in ambito regionale ?
Da uno studio condotto in merito dal Ministero sono emerse le seguenti evidenze che raffigurano un quadro alquanto stravolgente :
a) la discrepanza della spesa pubblica per i disabili e gli anziani tra Nord e Sud si registra in tutto il suo vigore con Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lombardia che sopportano a vario titolo (in rapporto alla cittadinanza) il triplo delle persone anziane non autosufficienti e dei disabili delle Regioni di: Campania, Puglia, Calabria. Il medesimo parametro tocca il valore di quattro-cinque volte se si tiene conto della percentuale di anziani fruitori di strutture;
b) l'esame dei dati che riguardano l’assistenza residenziale e quella domiciliare mette in risalto una posizione di equilibrio nazionale vicino al 3% degli anziani che usufruiscono dei servizi residenziali e di poco sotto il 5% per gli anziani che usufruiscono dei servizi domiciliari.
La situazione in ambito regionale è in ogni caso multiforme, così come di seguito si riporta in sintesi:
un numero di Regioni manifesta buone prestazioni sia nel campo dell'assistenza domiciliare, sia in quella residenziale: sono Regioni del Nord come il Veneto, l’Emilia Romagna, la Lombardia e il Friuli Venezia Giulia;
Le ultime posizioni sono occupate per ambedue i servizi dalle Regioni del Sud come la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia), con sterili livelli di assistenza in particolar modo per quanto concerne i servizi residenziali per gli anziani non autosufficienti e disabili.
Un gruppo di Regioni come la Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta e Trentino è discretamente articolato nell’ambito dei servizi residenziali ma deve maggiormente investire nei servizi domiciliari.
domenica 30 ottobre 2011
Spesa per l'assistenza ai disabili e anziani non autosufficienti
In base ai dati forniti dalla Ragioneria dello Stato nel 2007, la spesa pubblica che concerne l'assistenza continuativa ai disabili e alle persone anziane non autosufficienti è complessivamente pari a 17,3 miliardi di € corrispondente all’1,13% del PIL così suddivisa sul PIL:
• spesa sanitaria per disabili e anziani pari al 0,46% (assistenza residenziale, assistenza semiresidenziale, assistenza ambulatoria, assistenza presso il domicilio e l’assistenza per il lungo ricovero);
• Indennità di accompagnamento per disabili e anziani pari al 0,54%;
• spesa per l’assistenza fornita dai comuni pari allo 0,13%.
Nell’ambito dei dati forniti per la spesa pubblica relativa all’assistenza continuativa per i disabili si puntualizza che non è stata analizzata la spesa per i pazienti cronici anziani che usufruiscono dei servizi sanitari ospedalieri, molte volte con utilizzo non proprio appropriato; essi riguardano tra il 20% e il 25% dei ricoveri uguale ad almeno un punto di percentuale del PIL: per cui nel caso in cui venisse preso in considerazione anche tale spesa si può arrivare alla conclusione che ¼ della spesa sanitaria e socio sanitaria-assistenziale sia collegata alla cronicità e alla non autosufficienza.
La ripartizione della spesa pubblica per costituente di spesa, mette in risalto un aspetto di massimo rilievo: la spesa che riguardano le indennità di accompagnamento, bonus, voucher è quasi la metà dell’importo complessivo totale e corrispondente alla cifra della spesa per servizi residenziali e per i servizi domiciliari.
È chiaro, quindi, come le risorse connesse all'indennità di accompagnamento, per l’assistenza al disabile o anziano quelle legate al volontariato, costituiscono il perno portante nella conduzione assistenziale dell'anziano o disabile, poiché rappresentano un ammortizzatore sociale eccezionale ed efficace in grado, in alcune Regioni, di ovviare ai deficit dei servizi pubblici specifici.
• spesa sanitaria per disabili e anziani pari al 0,46% (assistenza residenziale, assistenza semiresidenziale, assistenza ambulatoria, assistenza presso il domicilio e l’assistenza per il lungo ricovero);
• Indennità di accompagnamento per disabili e anziani pari al 0,54%;
• spesa per l’assistenza fornita dai comuni pari allo 0,13%.
Nell’ambito dei dati forniti per la spesa pubblica relativa all’assistenza continuativa per i disabili si puntualizza che non è stata analizzata la spesa per i pazienti cronici anziani che usufruiscono dei servizi sanitari ospedalieri, molte volte con utilizzo non proprio appropriato; essi riguardano tra il 20% e il 25% dei ricoveri uguale ad almeno un punto di percentuale del PIL: per cui nel caso in cui venisse preso in considerazione anche tale spesa si può arrivare alla conclusione che ¼ della spesa sanitaria e socio sanitaria-assistenziale sia collegata alla cronicità e alla non autosufficienza.
La ripartizione della spesa pubblica per costituente di spesa, mette in risalto un aspetto di massimo rilievo: la spesa che riguardano le indennità di accompagnamento, bonus, voucher è quasi la metà dell’importo complessivo totale e corrispondente alla cifra della spesa per servizi residenziali e per i servizi domiciliari.
È chiaro, quindi, come le risorse connesse all'indennità di accompagnamento, per l’assistenza al disabile o anziano quelle legate al volontariato, costituiscono il perno portante nella conduzione assistenziale dell'anziano o disabile, poiché rappresentano un ammortizzatore sociale eccezionale ed efficace in grado, in alcune Regioni, di ovviare ai deficit dei servizi pubblici specifici.
sabato 22 ottobre 2011
Servizi per persone anziane non autosufficienti
I servizi per persone anziane non autosufficienti o disabili si possono suddividere in servizi domiciliari per anziani e disabili, servizi residenziali e di sostegno economico per anziani e disabili.
I servizi per anziani e disabili hanno registrato negli ultimi venti anni una loro graduale crescita e la copertura dei bisogni di anziani e disabili così come meglio di evidenzia nel sottoelencato prospetto riepilogativo che riporta i dati raccolti dal governo.
Gli organismi che si adoperano per gli interventi socio-sanitari e sanitari sono invece quasi del tutto da individuarsi nel settore pubblico, in base a forme di cooperazione e procedure operative diversificate per ogni Regione italiana.
Persone anziane e disabili che ricevono assistenza continua in Italia
Servizi domiciliari per anziani e disabili
Inizi anni '90 2%
Inizi anni 20003,8%
Metà anni 2000 4,9%
Servizi residenziali per anziani e disabili
Inizi anni '90 2,9%
Inizi anni 2000 3%
Metà anni 2000 3%
Indennità di accompagnamento per anziani e disabili
Inizi anni '90 5,0%
Inizi anni 2000 5,5%
Metà anni 2000 8,9%
L’Italia si caratterizza inoltre per la presenza di figure che prestano assistenza familiare come quelle delle badanti e delle colf, molte volte di nazionalità straniera a diretto carico delle famiglie.
La famiglia e la collaboratrice familiare assumano entrambi un’importanza fondamentale nella maggior parte dei compiti di natura assistenziale, che concernono la cura della casa, l'assistenza sanitaria, della mobilità e dei trasporti.
I servizi per anziani e disabili hanno registrato negli ultimi venti anni una loro graduale crescita e la copertura dei bisogni di anziani e disabili così come meglio di evidenzia nel sottoelencato prospetto riepilogativo che riporta i dati raccolti dal governo.
Gli organismi che si adoperano per gli interventi socio-sanitari e sanitari sono invece quasi del tutto da individuarsi nel settore pubblico, in base a forme di cooperazione e procedure operative diversificate per ogni Regione italiana.
Persone anziane e disabili che ricevono assistenza continua in Italia
Servizi domiciliari per anziani e disabili
Inizi anni '90 2%
Inizi anni 20003,8%
Metà anni 2000 4,9%
Servizi residenziali per anziani e disabili
Inizi anni '90 2,9%
Inizi anni 2000 3%
Metà anni 2000 3%
Indennità di accompagnamento per anziani e disabili
Inizi anni '90 5,0%
Inizi anni 2000 5,5%
Metà anni 2000 8,9%
L’Italia si caratterizza inoltre per la presenza di figure che prestano assistenza familiare come quelle delle badanti e delle colf, molte volte di nazionalità straniera a diretto carico delle famiglie.
La famiglia e la collaboratrice familiare assumano entrambi un’importanza fondamentale nella maggior parte dei compiti di natura assistenziale, che concernono la cura della casa, l'assistenza sanitaria, della mobilità e dei trasporti.
martedì 18 ottobre 2011
Assistenza agli anziani e disabili con l’ausilio dei familiari
Nel nostro Paese, specialmente nelle Regioni del Sud e delle Isole, è consuetudine che ai previsti servizi di assistenza agli anziani e alle persone disabili forniti dalle strutture pubbliche si affiancano quelli forniti direttamente dai familiari conviventi e non.
La rilevanza del compito di carattere assistenziale offerta direttamente dalla famiglia al disabile o alla persona è inoltre fondamentale anche in prospettiva dell’opportuna assegnazione dei servizi assistenziali a favore del disabile o della persona anziana non autosufficiente.
In particolare l’importanza dei familiari nella gestione dei servizi di un parente disabile o anziano è finalizzata alla ricerca e all’attivazione dei medesimi servizi assistenziali che vanno dal riconoscimento della invalidità civile e dell'indennità di accompagnamento da richiedere all’Inps, al disbrigo delle pratiche per avere l'accesso ai servizi sanitari offerti dalle strutture della AsI, ai servizi sociali offerti dalle amministrazioni comunali.
Non sempre però la ricerca e l’attivazione dei servizi di assistenza per i disabili risulta agevole per gli stessi familiari, visto che la diversità di valutazioni delle strutture pubbliche e locali a livello regionale non permette di ricostruire a livello nazionale un quadro omogeneo dei profili della non autosufficienza. In ambito nazionale nazionale il progetto Mattoni progettato dal Ministero della Salute già nell’anno 2002, costituisce un passo decisivo per poter arrivare nel breve periodo all’evoluzione di un sistema di lettura della condizione di non autosufficienza nel nostro Paese.
La rilevanza del compito di carattere assistenziale offerta direttamente dalla famiglia al disabile o alla persona è inoltre fondamentale anche in prospettiva dell’opportuna assegnazione dei servizi assistenziali a favore del disabile o della persona anziana non autosufficiente.
In particolare l’importanza dei familiari nella gestione dei servizi di un parente disabile o anziano è finalizzata alla ricerca e all’attivazione dei medesimi servizi assistenziali che vanno dal riconoscimento della invalidità civile e dell'indennità di accompagnamento da richiedere all’Inps, al disbrigo delle pratiche per avere l'accesso ai servizi sanitari offerti dalle strutture della AsI, ai servizi sociali offerti dalle amministrazioni comunali.
Non sempre però la ricerca e l’attivazione dei servizi di assistenza per i disabili risulta agevole per gli stessi familiari, visto che la diversità di valutazioni delle strutture pubbliche e locali a livello regionale non permette di ricostruire a livello nazionale un quadro omogeneo dei profili della non autosufficienza. In ambito nazionale nazionale il progetto Mattoni progettato dal Ministero della Salute già nell’anno 2002, costituisce un passo decisivo per poter arrivare nel breve periodo all’evoluzione di un sistema di lettura della condizione di non autosufficienza nel nostro Paese.
domenica 16 ottobre 2011
In aumento persone anziani e non autosufficienti
Correlazione tra l’aumento delle persone anziane e quelle non autosufficienti
Documenti su base scientifica , i rilevamenti dell’Istat, gli elementi a disposizione dell’Inps sull'invalidità, testimoniano la stretta correlazione tra l’aumento delle persone anziane e quelle non autosufficienti.
Da studi di ricerca effettuati dall’ Istat Multiscopo 2004-2005, studi che riguardavano le condizione di salute e ricorso ai servizi sanitari, è emerso che il 18,5% delle persone che hanno un’età superiore ai 65enni ( pari ad un numero complessivo di 2.100.00 persone anziane over 65) patisce uno stato di assoluta mancanza di autosufficienza per almeno una delle funzioni primarie per la vita quotidiana.
Da 10 anni addietro, pur accrescendo in valore illimitato il numero delle persone disabili, il tasso uniformato per età si abbassa dal 5,7% al 4,7%.
La medesima circostanza accade nei Paesi europei, per buona sorte, grazie ai risultati ottenuti in ambito scientifico e per quanto concerne la qualità della vita; è possibile sostenere che in media si vive di più e che la qualità della vita è decisamente migliorata.
E’ quindi scontato che il peso globale dell’assistenza alle persone disabili o comunque non autosufficienti è destinato a crescere, sebbene in maniera meno sconvolgente.
Documenti su base scientifica , i rilevamenti dell’Istat, gli elementi a disposizione dell’Inps sull'invalidità, testimoniano la stretta correlazione tra l’aumento delle persone anziane e quelle non autosufficienti.
Da studi di ricerca effettuati dall’ Istat Multiscopo 2004-2005, studi che riguardavano le condizione di salute e ricorso ai servizi sanitari, è emerso che il 18,5% delle persone che hanno un’età superiore ai 65enni ( pari ad un numero complessivo di 2.100.00 persone anziane over 65) patisce uno stato di assoluta mancanza di autosufficienza per almeno una delle funzioni primarie per la vita quotidiana.
Da 10 anni addietro, pur accrescendo in valore illimitato il numero delle persone disabili, il tasso uniformato per età si abbassa dal 5,7% al 4,7%.
La medesima circostanza accade nei Paesi europei, per buona sorte, grazie ai risultati ottenuti in ambito scientifico e per quanto concerne la qualità della vita; è possibile sostenere che in media si vive di più e che la qualità della vita è decisamente migliorata.
E’ quindi scontato che il peso globale dell’assistenza alle persone disabili o comunque non autosufficienti è destinato a crescere, sebbene in maniera meno sconvolgente.
venerdì 14 ottobre 2011
Dati sui disabili
In relazione ad uno studio effettuato dall’ISTAT nel 2005 sulla disabilità sono emersi i seguenti dati sui disabile in riguardo ad alcune specifiche caratteristiche:
- sono 130 mila i soggetti disabili che vivono al confine con l’abitazione della famiglia;
- un nucleo familiare su dieci vive almeno un persona affetta da patologie legate alla disabilità;
- sono più di 1.700.000 i soggetti che hanno invalidità di natura motoria, ovvero il 3% della cittadinanza;
- più di 500 mila individui sono affetti da invalidità per malattia mentale, ossia lo 0,9% della cittadinanza: il 5,3% della cittadinanza, il 7,4% di sesso femminile e il 3,1% di sesso maschile, afferma di soffrire di problemi di ansia cronica e di disturbi legati alla depressione;
- le condizioni legate alla disabilità sono meno buone nelle regioni del Sud e nelle Isole, a confronto delle regioni del Nord.
Le regioni del Sud e le Isole rilevano indici uniformati (ricavati da dichiarazioni) di presenza di malattie croniche del 14%, rispetto al 12% delle regioni del Nord.
Una maggiore specifica considerazione merita l’aspetto che riguarda le persone disabili in stato vegetativo.
La disponibilità di documentazione su base scientifica attinente i soggetti disabili in stato vegetativo sottolinea la mancanza di elementi certi in merito, ad ogni modo calcoli approssimati rilevano che i casi di disabili in stato vegetativo in Italia vanno da un minimo di 2.500 ad un massimo di 3.300.
Ogni anno nel nostro Paese sono 20.000 le persone che vanno in coma, più di 1/3 esce dal coma incolume, altre sono afflitte da danni più o meno di una certa gravità, per quasi 500 persone il coma progredisce in stato vegetativo, in molte circostanze è permanente.
- sono 130 mila i soggetti disabili che vivono al confine con l’abitazione della famiglia;
- un nucleo familiare su dieci vive almeno un persona affetta da patologie legate alla disabilità;
- sono più di 1.700.000 i soggetti che hanno invalidità di natura motoria, ovvero il 3% della cittadinanza;
- più di 500 mila individui sono affetti da invalidità per malattia mentale, ossia lo 0,9% della cittadinanza: il 5,3% della cittadinanza, il 7,4% di sesso femminile e il 3,1% di sesso maschile, afferma di soffrire di problemi di ansia cronica e di disturbi legati alla depressione;
- le condizioni legate alla disabilità sono meno buone nelle regioni del Sud e nelle Isole, a confronto delle regioni del Nord.
Le regioni del Sud e le Isole rilevano indici uniformati (ricavati da dichiarazioni) di presenza di malattie croniche del 14%, rispetto al 12% delle regioni del Nord.
Una maggiore specifica considerazione merita l’aspetto che riguarda le persone disabili in stato vegetativo.
La disponibilità di documentazione su base scientifica attinente i soggetti disabili in stato vegetativo sottolinea la mancanza di elementi certi in merito, ad ogni modo calcoli approssimati rilevano che i casi di disabili in stato vegetativo in Italia vanno da un minimo di 2.500 ad un massimo di 3.300.
Ogni anno nel nostro Paese sono 20.000 le persone che vanno in coma, più di 1/3 esce dal coma incolume, altre sono afflitte da danni più o meno di una certa gravità, per quasi 500 persone il coma progredisce in stato vegetativo, in molte circostanze è permanente.
giovedì 13 ottobre 2011
Caratteristiche dei disabili
Ecco un quadro che concerne le caratteristiche dei disabili nel nostro Paese.
Grazie ad un’analisi condotta dall’ISTAT sono state monitorate nel dettaglio tutte le diverse caratteristiche che riguardano i disabili presenti in Italia.
Dalla specifica analisi è emerso che :
• la disabilità aumenta naturalmente con l’avanzare dell'età: corrisponde al 9,7% della fascia di cittadini di età compresa tra i 70 e i 74 anni, si alza al 17,8% nella striscia di età tra i 75 e i 79 anni, e arriva fino al 44,5% per le persone anziane che hanno un’età a partire dagli 80 anni;
• la percentuale delle donne affette da disabilità è pari al 6,1%, ossia il doppio rispetto alla percentuale dei disabili di sesso maschile che si attesta al 3,3%
• le malattie di profilo cronico degenerativo tormentano, con non meno di una malattia grave, il 59,4 % delle persone disabili;
• i problema della disabilità è maggiormente diffuso al Sud con un percentuale del 5,2% e nelle Isole con una percentuale del 5,7%, mentre al Nord oltrepassa per pochissimo il 4%, sebbene lo stesso Nord abbia livelli di invecchiamento della cittadinanza maggiormente alti.
Grazie ad un’analisi condotta dall’ISTAT sono state monitorate nel dettaglio tutte le diverse caratteristiche che riguardano i disabili presenti in Italia.
Dalla specifica analisi è emerso che :
• la disabilità aumenta naturalmente con l’avanzare dell'età: corrisponde al 9,7% della fascia di cittadini di età compresa tra i 70 e i 74 anni, si alza al 17,8% nella striscia di età tra i 75 e i 79 anni, e arriva fino al 44,5% per le persone anziane che hanno un’età a partire dagli 80 anni;
• la percentuale delle donne affette da disabilità è pari al 6,1%, ossia il doppio rispetto alla percentuale dei disabili di sesso maschile che si attesta al 3,3%
• le malattie di profilo cronico degenerativo tormentano, con non meno di una malattia grave, il 59,4 % delle persone disabili;
• i problema della disabilità è maggiormente diffuso al Sud con un percentuale del 5,2% e nelle Isole con una percentuale del 5,7%, mentre al Nord oltrepassa per pochissimo il 4%, sebbene lo stesso Nord abbia livelli di invecchiamento della cittadinanza maggiormente alti.
mercoledì 12 ottobre 2011
Servizi per la salute dei disabili
Apriamo ora una piccola parentesi sul mondo dei servizi per la salute dei disabili nel 2011 in Italia, attraverso una breve riflessione.
In Italia non vi è una struttura d’informazione che possa tratteggiare il numero e le peculiarità delle persone disabili, in base ai criteri stabiliti dalla Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute ratificato dall'OMS nell’anno 2001.
La disabilita, quale effetto o frutto di una articolata relazione tra le condizione di salute di un soggetto e le costituenti personali e ambientali che raffigurano le condizioni in cui vive la persona, costituisce una progredita concezione della salute della persona e delle condizioni, conseguenze e determinanti ad essa collegate, ma è ancora tutt’ora difficilmente riconducibile in adeguati strumenti di misurazione.
La sola attuale fonte in Italia disponibile per tracciare un primo step del fenomeno, seppure per macro aspetti, è quella che fornisce l’istituto dell’Istat sulle Condizioni di salute, fattori di rischio e appello ai servizi sanitari.
In Italia non vi è una struttura d’informazione che possa tratteggiare il numero e le peculiarità delle persone disabili, in base ai criteri stabiliti dalla Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute ratificato dall'OMS nell’anno 2001.
La disabilita, quale effetto o frutto di una articolata relazione tra le condizione di salute di un soggetto e le costituenti personali e ambientali che raffigurano le condizioni in cui vive la persona, costituisce una progredita concezione della salute della persona e delle condizioni, conseguenze e determinanti ad essa collegate, ma è ancora tutt’ora difficilmente riconducibile in adeguati strumenti di misurazione.
La sola attuale fonte in Italia disponibile per tracciare un primo step del fenomeno, seppure per macro aspetti, è quella che fornisce l’istituto dell’Istat sulle Condizioni di salute, fattori di rischio e appello ai servizi sanitari.
Analisi sul mondo dei disabili
Dalla politica viene divulgato nel 2010 uno studio di analisi sul mondo dei disabili. Il 21/07/2010 è stato mostrato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Ministero della Salute il Rapporto 2010 sulla non autosufficienza in Italia, ovvero una sorte di documento che offre un dettagliato punto sulla situazione dei servizi e dell’assistenza dei disabili e delle persone anziane non autosufficienti.
In particolare il relativo Rapporto concentra in maniera del tutto circostanziata il contributo di tanti studiosi della tematica del pianeta invalidi, e illustra il caso della non autosufficienza e delle politiche di governo messe in atto nel nostro Paesi e nel resto degli altri Paesi d’Europa allo scopo di ottimizzare l'assistenza e la presa in carico dei soggetti portatori di handicap e persone anziane affette da patologie di disabilità o di non autosufficienza.
Il Rapporto sul mondo dei disabili deve interpretarsi altresì come un utile mezzo per spronare il dibattito tra Governo, Regioni e organismi sociali, con il proposito di dare impulso in tutto il territorio italiano a disegni socio-sanitari integrati, idonei di collegare i bisogni di sostenibilità finanziaria con quelli di una più efficiente inclusione dei cittadini affetti da patologie di invalidità.
In particolare il relativo Rapporto concentra in maniera del tutto circostanziata il contributo di tanti studiosi della tematica del pianeta invalidi, e illustra il caso della non autosufficienza e delle politiche di governo messe in atto nel nostro Paesi e nel resto degli altri Paesi d’Europa allo scopo di ottimizzare l'assistenza e la presa in carico dei soggetti portatori di handicap e persone anziane affette da patologie di disabilità o di non autosufficienza.
Il Rapporto sul mondo dei disabili deve interpretarsi altresì come un utile mezzo per spronare il dibattito tra Governo, Regioni e organismi sociali, con il proposito di dare impulso in tutto il territorio italiano a disegni socio-sanitari integrati, idonei di collegare i bisogni di sostenibilità finanziaria con quelli di una più efficiente inclusione dei cittadini affetti da patologie di invalidità.
Definizione di persona disabile
Perché una persona viene definita disabile?
Si considerano persone disabili, ovvero affette da problemi di disabilità coloro che, eliminando le condizioni riferite e restrizioni provvisorie, hanno manifestato di non essere nella possibilità di espletare le consuete mansioni quotidiane, pur tenendo presente dell'eventuale ausilio di apparecchiature sanitarie, protesi, bastoni, occhiali, e così via.
Le mansioni giornaliere della vita quotidiana includono: le attività del modo di vivere quotidiano (autonomia nel spostarsi a piedi, nel salire e scendere le scale, nel reclinarsi, nel mettersi a letto, nel sedersi, vestirsi, pulirsi, fare il bagno, docciarsi, mangiare) il confinamento a letto, su una sedia che non sia a rotelle, in casa e le patologie di tipo sensoriale come: vedere, sentire, parlare.
Un sondaggio Istat dell’anno 2007, parla che sono 2.600.000 la popolazione che è affetta da problemi di disabilità che convivono in famiglia, corrispondente al 4,8% del numero complessivo dell’intera popolazione. Il sondaggio non ha tenuto conto dei bambini minori di 6 anni, che si reputano all’incirca intorno a 200.000.
Si considerano persone disabili, ovvero affette da problemi di disabilità coloro che, eliminando le condizioni riferite e restrizioni provvisorie, hanno manifestato di non essere nella possibilità di espletare le consuete mansioni quotidiane, pur tenendo presente dell'eventuale ausilio di apparecchiature sanitarie, protesi, bastoni, occhiali, e così via.
Le mansioni giornaliere della vita quotidiana includono: le attività del modo di vivere quotidiano (autonomia nel spostarsi a piedi, nel salire e scendere le scale, nel reclinarsi, nel mettersi a letto, nel sedersi, vestirsi, pulirsi, fare il bagno, docciarsi, mangiare) il confinamento a letto, su una sedia che non sia a rotelle, in casa e le patologie di tipo sensoriale come: vedere, sentire, parlare.
Un sondaggio Istat dell’anno 2007, parla che sono 2.600.000 la popolazione che è affetta da problemi di disabilità che convivono in famiglia, corrispondente al 4,8% del numero complessivo dell’intera popolazione. Il sondaggio non ha tenuto conto dei bambini minori di 6 anni, che si reputano all’incirca intorno a 200.000.
Benvenuti sul blog barriere e disabili
Su questo blog non parleremo solo delle barriere architettoniche, ovvero tutti quegli ostacoli quotidiani che rendono la vita di un disabile più difficile, ma parleremo anche delle barriere psicologiche e di tutte le leggi e le normative, che possono essere di difficile comprensione sia ai disabili che alle persone abili.
Speriamo con questo blog, di rendere più accessibile, felice e facile la vita a tutte le persone portatrici di handicap, invalidi, disabili e persone anziane.
Speriamo con questo blog, di rendere più accessibile, felice e facile la vita a tutte le persone portatrici di handicap, invalidi, disabili e persone anziane.
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